Torre Flavia - lettera

 
Sul litorale romano subito a nord di Ladispoli si estende una piccola area protetta dal valore speciale.
E' il Monumento naturale "Palude di Torre Flavia", istituito dalla Regione Lazio nel 1997, su una superficie di circa quarantatre ettari.
Si tratta di stagni bordati di cannucce, relitto di paludi in passato ben più estese (quelle di Campo di Mare, come veniva un tempo chiamata l'area), separati da una duna dal mare dov'è esposta alle onde – sempre più malmessa – una torre cinquecentesca. Gli specchi d'acqua sono circondati da giunchi, carici, salicornia, gigli di palude e fitti canneti. Nei prati circostanti, abbondano a primavera le fioriture degli asfodeli, dei papaveri, della borragine. Quanto alla fauna, nonostante le piccole dimensioni l'area è frequentata da volpi, raganelle, cefali e soprattutto uccelli: eleganti  cavalieri d'Italia e falchi di palude, anatre e tuffetti, sgarze ciuffetto e tarabusini,  il corriere piccolo che qui è nidificante nonché addirittura – durante i passi - il falco pescatore e il mignattaio.


Torre Flavia, insomma, è un piccolo miracolo di biodiversità. Un frammento di litorale com'era un tempo tutta la costa laziale, prima che il cemento prendesse il sopravvento. Non a caso, ricercatori e studenti frequentano con assiduità e costanza l'area per effettuare studi impossibili altrove, in contesti definitivamente antropizzati.

Ma Torre Flavia è molto di più. E' un piccolo grande bene collettivo, una risorsa di tutti che va difesa dalle tante forme di pressione che gravano su un territorio così piccolo e così fragile. A Torre Flavia si può venire a passeggiare in riva al mare, ammirando il viavai dei gabbiani e le mille forme delle conchiglie depositate dalla risacca. A Torre Flavia i genitori portano i figli a far volare gli aquiloni, senza il rischio che restino impigliati nei pali della luce o negli ombrelloni. A Torre Flavia i bambini delle scuole imparano la cascata di note del canto del cannareccione (un uccello che vive nel fitto del canneto), e a distinguere il martin pescatore dal colore turchese del piumaggio.

Torre Flavia, insomma, è un patrimonio di noi cittadini e vogliamo rivendicarlo con forza. Non siamo più disposti ad assistere inermi ai tanti soprusi cui è sottoposta da parte di pochi che calpestano i diritti di tutti. Vogliamo sostenere una gestione corretta dell'area e una sorveglianza adeguata.

Chiediamo il rispetto della legge e, prima ancora, quello per la qualità della vita nostra e dei nostri figli.
Diventa anche tu Amico di Torre Flavia !
Giulio Ielardi
 

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